Progetto per un sentiero naturalistico, didattico e culturale

Premesse

Il Giardino Botanico Appenninico Campo Felice,  sorto nel 2002,  è stato riconosciuto di interesse regionale nel 2004.  Ha sviluppato una intensa ricerca botanica ed ambientale, e possiamo affermare di aver raggiunto in un tempo molto breve, e grazie anche alla stretta collaborazione con l’università de L’Aquila, dei risultati  a dir poco ottimi.

Il giardino botanico ospita attualmente oltre 500 specie vegetali fra erbacee, arbustive ed arboree. Nella fase di ricerca  sono state determinate oltre 900 specie vegetali e 37 specie di orchidee.

Le ricerche, si svolgono sul territorio del comune di Lucoli. Questo territorio, offre una buona campionatura  riguardo a tutta la catena Velino Sirente seguendo del resto la tendenza attuale per tutti i giardini botanici, nel rappresentare solo le specie autoctone.

Le ricerche, a largo campo, sono state concentrate specialmente sulle zone rupestri, brecciai e pascoli di altitudine e zone umide. In questa fase sono state determinate specie di notevole interesse botanico come:  Lycnis coronaria, Gnaphalium sylvaticum , Genzianella columnae, Ajuga tenorii, Scutellaria alpina, Salvia nemorosa, Androsace vitaliana, Filipendula ulmaria, Rosa spinosissima, Sorbus chamaemespilus, Salix apennina, Pseudolysimachion spicatum, Fritillaria montana, Rumex tenuifolius, Bulbocodium versicolor, Carex uliginosa, oltre alla notevole scoperta di Iris marsica ed Artemisia atrata

Il Giardino, possiede un erbario informatizzato presso l'APP del Centro Ricerche  Floristiche dell'Appennino

E’ stata rinvenuta e segnalata per la prima volta sul nostro territorio la vipera orsini..

Si sta preparando uno studio di restauro ambientale a largo raggio sul territorio.

Il sentiero in progetto sarà una appendice diretta del giardino botanico e rappresenterà certamente una avanguardia nazionale di grande interesse turistico, alla portata di tutti  ed il modo più sano di vivere l’ambiente, il bosco e la montagna. Il 50% del percorso è fruibile anche a portatori di handicap accompagnati.

 

 Relazione scientifica

Con partenza da Campo Felice,  si percorre un primo tratto su comoda strada sterrata dove  in primavera si è circondati da stupende fioriture di crochi, sassifraghe, asfodeli, viole, genziane, talictrum , verbaschi, aquilegie e campanule, doronicum e cerasti, con una ricca varietà di essenze arbustive ed arboree a partire da cotognastri, Daphne oleoides, Daphne mezereumDaphne laureola , Rosa  canina, Rosa pimpinellifolia e Rosa pendulina.

L’essenza più diffusa, è senza dubbio il faggio che ci accompagna per tre quarti del percorso, ma è presente anche il ciliegio selvatico, il pero corvino, l'uva spina, l'uva ursina, aceri, Sorbi e rovi di vario genere.

Nella parte cacuminale, si osserva poi il ranno alpino ed il più raro ed interessante ranno spaccasassi, il ginepro nanoginepro comune e ginepro rosso.

Notevoli e suggestive le fioriture di orchidee ed  altre  altrettanto numerose e suggestive sono le essenze da ammirare, e scoprire lungo il percorso, magari, accompagnati da guide.

Lungo il percorso si incontrano antiche carbonaie ben visibili, a testimonianza di una suggestiva ed interessante cultura che ha segnato la nostra storia  più o meno recente.

In alcuni tratti si attraversano cave e miniere con affioramenti di bauxite; questo minerale fino agli anni 60 veniva estratto con indicibile fatica, per ricavarne alluminio e ferro.

Il sentiero si sviluppa per una lunghezza di poco meno di 8 Km.  La quota di partenza è a 1538 m e la quota massima a 1782, con un dislivello di 383 metri ed una pendenza media del 10,7%.

I dati precisi, comprese le coordinate ed il profilo altimetrico, sono qui

Sentiero 1


 TABELLE IN BACHECHE DA POSIZIONARE NEI PUNTI STRATEGICI REALIZZATE SU QUESTA BASE DALLA SCUOLA ELEMENTARE DI LUCOLI

Il carsismo

Doline, depressioni chiuse  spesso imbutiformi che si originano nelle regioni calcaree a morfologia carsica ed al fondo delle quali, vengono smaltite le acque superficiali. Tali cavità  a volte formano pozzi profondissimi, detti inghiottitoi, voragini, foibe.

Le dimensioni sono assai variabili, da pochi metri a qualche chilometro di diametro a seconda anche della loro età. Le doline di grandi dimensioni, spesso, sono dovute alla fusione di più doline contigue, prendendo il nome di uvala.

La loro formazione è dovuta a diversi fattori che vanno da quello chimico  a quello meccanico dello scorrimento superficiale delle acque. Spesso esse comunicano con cavità sotterranee, sistemi di fratture o caverne di varie dimensioni, che possono poi generare sorgenti e veri e propri torrenti sotterranei riaffioranti magari a molti chilometri di distanza.

Si può intuire  come questo delicato ecosistema può essere precario e fragile. Come eventuali materiali inquinanti, abbandonati in prossimità anche di una sola dolina, possano inquinare sorgenti a decine di chilometri di distanza.

La radura

Nelle estensioni boschive a volte sono presenti spazi più o meno ampi, privi di vegetazione arborea. Non a caso, questi spazi denominati radure, coprono le zone più fertili del bosco.

La loro origine infatti è spesso dovuta all’uomo il quale, per ricavare pascoli o terreni coltivi, ne ha tagliato gli alberi.

Nella radura è spesso presente una ricca varietà di specie erbacee, che in questi ambienti freschi, riparati e fertili, con sole ed ombra, hanno trovato il loro ambiente ideale; in queste preziose oasi trovano spesso riparo anche molte specie animali, avendo a disposizione cibo ed ambienti di rifugio.

 La carbonaia

In questi piccoli spazi pianeggianti o a cratere, diffusi in tutta la faggeta dell’altipiano, spesso affiancati da sentieri e mulattiere, è racchiuso un lungo, e  suggestivo capitolo di storia, che parte da molto lontano e si ferma ai nostri padri, quando l’avvento del petrolio e lo sviluppo dell’industria hanno decisamente, e forse in questo caso con un sospiro di sollievo, soppiantato l’uso del carbone e posto termine ad una esistenza umana durissima e a volte tragica.

Queste carbonaie, producevano da 5 a 20  qli di carbone, con una resa in percentuale pari al 20% della legna utilizzata a seconda anche della bravura dei carbonai.

Nelle capanne adiacenti, i carbonai, vivevano per alcuni giorni o mesi.

 La bauxite

Affioramenti di questo minerale, da cui  si ricava alluminio e ferro, sono sporadici su tutti i rilievi di questa zona.

Dal 1953 fino al 1972, questo minerale è stato estratto da varie miniere e cave del nostro comune, fino ad un massimo di 100 m. di profondità per oltre 500 m. di lunghezza fra cunicoli e discensori . Generalmente venivano effettuati 5 viaggi  al giorno, ognuno da 50 tonnellate .

Si può calcolare, approssimativamente, che siano stati estratti in totale circa un milione di  tonnellate, inviate a varie industrie metallurgiche.

Dai minerali più produttivi, si estraeva fino al 60%  di alluminio.

I problemi dovuti a sacche tutte di piccole dimensioni e la scoperta in altri luoghi di nuove miniere molto più ampie e con percentuali molto più alte di minerale, hanno fatto in modo che i nostri giacimenti venissero abbandonati .

Oggi, la maggior parte di questo minerale, proviene da giacimenti in Australia, Asia ed Africa.

Il limite della vegetazione arborea

Con questo termine si intende il limite altitudinale oltre il quale è inibita la crescita di vegetazione arborea ed arbustiva, a causa delle condizioni climatiche ed ambientali  molto severe.

Tale limite, alla nostra latitudine e zona geografica, inizia dai 1800 m. per essere definitivo a circa 2000 m.

Il limite può variare a seconda della esposizione del terreno o altri fattori che possono  condizionare localmente il microclima. In questa tolleranza altimetrica possiamo trovare essenze più resistenti come Cotoneaster, Sorbus aria, Sorbus aucuparia, Acer pseudoplatanus e Faggio.

Si può notare come temperature molto rigide, venti fortissimi  e terreni sempre più poveri, imprimono a questi eroi vegetali forme  forzatamente cespugliose e contorte, orientate verso la direzione prevalente dei venti e, spesso, al riparo delle rocce.

Oltre questo limite troviamo solo essenze erbacee, per le quali la selezione naturale ha forgiato armi diverse in propria difesa.

Soldati Rossano


Progetto a cura di Iapadre Loreto